PROBLEMA DEI TETTI NEL DISEGNO TECNICO

I tetti sono la parte terminale degli edifici ed hanno la funzione di riparare dalle precipitazioni atmosferiche per mezzo di superfici inclinate dette "falde".

Rappresentare i tetti in proiezioni ortogonali non è sempre facile.

Possiamo infatti distinguere due tipologie di tetti/ coperture:

1) A gronda costante;

2) A colmo costante.

LE FALDE DEI TETTI NEL DISEGNO TECNICO

Le superfici del tetto prendono il nome di “falde”. Le falde sono i piani che formano il tetto.

In base al loro numero, possiamo avere tetti ad “una falda”, a “due falde” oppure a “quattro falde”.

Nel tetto a due falde la soluzione più tipica è quella del “tetto a capanna”, anche se in alcuni casi è possibile realizzare la cosiddetta “cartella”. La “cartella” viene realizzata quando esiste una differenza di quota tra le falde del tetto.

Il tetto a quattro falde è invece detto “a padiglione”.

La figura a fianco mostra le varie tipologie di tetto in funzione del numero delle falde.

Una volta realizzate le falde, esse vengono coperte dal manto di copertura, costituito da mattoni ed embrici. La copertura del tetto appoggia su pianelle e tabelle, che formano lo “scempiato”.

Lo scempiato appoggia sull’orditura minuta del tetto (cioè sui travetti), la quale a sua volta appoggia sull’orditura grossa (travi, arcarecci e puntoni), i quali terminano con la capriata. Sugli arcarecci appoggia dunque l’orditura minuta della copertura, costituita da correnti.

Per ulteriori dettagli su come è realizzata una capriata, potete consultare il mio sito internet (www.aliceunifi.altervista.org) dedicato alla tecnica delle costruzioni.

I travetti che sporgono rispetto alla sezione trasversale dell’edificio, lo sorreggono e formano la gronda. La gronda è dunque una parte sporgente rispetto al muro dell’edificio, ed ha il compito (insieme al canale di gronda) di proteggere le pareti dall’acqua.

Le linee di gronda (che vengono normalmente tracciate quando viene disegnato un tetto nel disegno tecnico) ci mostrano la pendenza delle falde.

In un tetto sono dunque presenti, oltre alle linee di gronda, altri tre tipi di linea: linee di colmo (che sono le linee alla massima altezza), linee di displuvio (che dividono l’acqua) e linee di compluvio (dove l’acqua andrà poi raccolta).

TETTI A GRONDA COSTANTE NEL DISEGNO TECNICO

Dicevamo in precedenza che i tetti si dividono in due grandi gruppi: a gronda costante e a colmo costante.

Negli esercizi di disegno tecnico può venir chiesto di “risolvere” sia tetti a gronda costante sia tetti a colmo costante.

Negli esercizi relativi ai tetti a gronda costante, le gronde (assegnate dal testo della tavola) hanno tutte la medesima quota. Le falde sono quindi come dei piani di cui si conoscono le tracce.

La soluzione di un tetto a gronda costante consiste nel tracciare le linee di colmo, di compluvio e di displuvio del tetto, note le linee di gronda. Ognuno di questi elementi isola e individua una delle falde del tetto.

Per individuare le singole falde, occorre eliminare i “conflitti” esistenti tra le varie linee di gronda. E tali conflitti si risolvono grazie alle bisettrici degli angoli formati dalle gronde. Tali bisettrici costituiranno le linee di compluvio, displuvio e colmo del tetto.

Qui di seguito vengono presentate le soluzioni di alcuni tetti a gronda costante di edifici poligonali, nei quali è spesso presente un cortile interno.

 

TETTI A COLMO COSTANTE NEL DISEGNO TECNICO

Nei tetti a colmo costante, il colmo si trova alla medesima quota (quella massima), mentre le gronde sono ad altezze differenti.

Una volta stabilito dove si trova il colmo, la soluzione del tetto si realizza ancora una volta individuando le falde. Esse si determinano eliminando i conflitti tra le varie linee di gronda. Questi conflitti si risolvono stavolta grazie alle bisettrici degli angoli formati dalle linee di colmo.

Laddove è presente l’estremità di una linea di colmo, manderemo delle linee di bisezione, inclinate di 45°.

Qui di seguito viene presentata la soluzione di un tetto a colmo costante. Cerchiata in arancione è presente una possibile variante con cartella.

Maggiore è la vicinanza di un punto di gronda ad una delle linee di colmo, maggiore è la sua altezza.