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LA PROSPETTIVA CON IL METODO DEI RAGGI VISUALI

In questa pagina vedremo come realizzare nel disegno tecnico la prospettiva di una qualsiasi figura piana utilizzando il metodo dei raggi visuali, più raramente chiamato anche metodo del taglio.

Tale metodo può essere utilizzato sia per eseguire una prospettiva centrale (o frontale) sia per eseguire una prospettiva accidentale.

La prospettiva centrale e la prospettiva accidentale si differenziano per la diversa posizione della figura da rappresentare rispetto al quadro prospettico. Infatti nella prospettiva centrale il quadro prospettico è parallelo ad almeno uno dei lati della figura da rappresentare, mentre nella prospettiva accidentale è inclinato rispetto ad ognuno di essi.

La scelta del tipo di prospettiva da realizzare dipende dall’effetto prospettico che si vuole ottenere. Nel caso di una prospettiva accidentale, un effetto gradevole si ottiene disponendo il quadro prospettico in modo che esso formi inclinazioni di 30° e 60° rispetto al “rettangolo ideale” dentro cui è inquadrata la prima proiezione della figura da rappresentare. L’angolo di 30° è bene riferirlo al lato più importante della figura, cioè quello che fornisce maggiori informazioni.

Dopo aver stabilito che tipo di prospettiva si intende realizzare e aver fissato la posizione della linea di terra L.T. (e quindi del quadro prospettico), si fissa il punto di vista. Sebbene sia possibile collocarlo a piacere, per una buona riuscita della prospettiva è bene posizionarlo in modo tale che il raggio principale (cioè il raggio uscente dal punto di vista e perpendicolare al quadro prospettico) cada all’interno della prima proiezione della figura.

Inoltre è bene che l’angolo formato dai due raggi visuali più esterni sia del valore di circa 45°. Tale angolo, però, non dipende solo dalla posizione del punto di vista, ma anche dalle dimensioni della figura da rappresentare.

I raggi visuali sono i raggi uscenti dal punto di vista che lo congiungono ai vertici della figura da rappresentare. In proiezioni ortogonali, essi congiungono la prima proiezione del punto di vista con la prima proiezione della figura da rappresentare in prospettiva.

Una volta disposti gli elementi della prospettiva e tracciati i raggi visuali uscenti dal punto di vista e passanti per ciascun vertice della figura, determineremo i due punti di fuga principali (F1 ed F2) dei lati della figura. Nel caso di una figura di forma elaborata, si tratta dei punti di fuga del “rettangolo ideale” citato in precedenza. E cioè quello dentro il quale è inquadrata la prima proiezione della figura da rappresentare.

Questi due punti di fuga si ottengono dunque mandando dalla prima proiezione del punto di vista due rette parallele ai due lati del rettangolo ideale dentro cui possiamo immaginare contenuta la prima proiezione della nostra figura, e sono situati sulla linea dell’orizzonte. Collocheremo tale linea poco più in alto della linea di terra.

Ai due punti di fuga F1 ed F2 così ottenuti concorreranno in prospettiva tutte le rette parallele alle due rette che li hanno determinati.

I raggi visuali precedentemente tracciati intersecano il quadro prospettico in punti che solitamente vengono indicati in prospettiva con un numero.

Si determinano le tracce dei segmenti che costituiscono la figura da rappresentare, prolungandone i lati fino alla linea di terra L.T. Esse concorreranno al punto di fuga del segmento a cui appartengono.

Dove tali rette concorrenti al punto di fuga vengono intersecate dalle verticali condotte dai punti (indicati con un numero) dove i raggi visuali intersecano la linea di terra, là si trova l’immagine prospettica dei punti della figura.

Trovate le immagine prospettiche di ciascun vertice della figura, li uniremo tra loro per ottenere la prospettiva della figura piana con il metodo dei raggi visuali.

RIPETIZIONI DI DISEGNO TECNICO

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