ASSONOMETRIA obliqua e ortogonale

Le proiezioni assonometriche (o assonometria) sono, al pari delle proiezioni ortogonali, una tecnica di rappresentazione del disegno tecnico.

Il loro scopo è quello di rappresentare un oggetto nello spazio (e quindi un oggetto in 3D) su un quadro di proiezione (e quindi su un piano, in uno spazio 2D). Il quadro di proiezione coincide con il nostro foglio da disegno.

DIFFERENZE TRA LE PROIEZIONI ASSONOMETRICHE (ASSONOMETRIA) E LE PROIEZIONI ORTOGONALI:

Nelle proiezioni ortogonali l’oggetto nello spazio viene rappresentato su tre quadri di proiezione mandando dai suoi estremi dei raggi proiettanti e perpendicolari ai piani stessi. Ciascun piano ci mostra una vista differente dell’oggetto. Quindi nelle proiezioni ortogonali la spazialità, la tridimensionalità dell’oggetto si perdono completamente nel disegno. E questo ne rende difficile l’interpretazione da parte di chi non è abituato ad utilizzare questa tecnica di rappresentazione.

Esempio di proiezioni ortogonali.
Esempio di proiezioni ortogonali. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

Nelle proiezioni assonometriche, invece, l’oggetto si rappresenta con un’unica immagine su un unico quadro di proiezione, che ci permette di vederlo in larghezza, altezza e profondità. In altre parole, le proiezioni assonometriche conservano la tridimensionalità dell’oggetto, e la figura ottenuta è simile (ma solo simile) alla realtà.

Esempio di assonometria.
Esempio di assonometria. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

LE CARATTERISTICHE DELL’ASSONOMETRIA:

Il motivo per cui possiamo definire l’oggetto rappresentato in assonometria solo simile alla realtà e non uguale, non è facile da spiegare. Per lo meno adesso che abbiamo appena cominciato a parlare di questa tecnica di rappresentazione. Diamo dunque per scontato questo fatto, perché avremo modo di ritornarci e di capirlo meglio più avanti, quando avremo fatto la prospettiva.

Nelle proiezioni assonometriche le linee parallele restano parallele, ma non si conservano in generale le misure degli angoli e delle linee.

GLI ELEMENTI BASE DELL’ASSONOMETRIA:

Immaginiamo di avere un oggetto nello spazio e di volerlo rappresentare sul nostro foglio di lavoro con la tecnica delle proiezioni assonometriche.

Come nelle proiezioni ortogonali, si utilizzano tre piani (o quadri) di proiezione perpendicolari tra loro.

1) il P.O. (cioè il piano orizzontale), chiamato anche π1

2) il P.V. (cioè il piano verticale), chiamato anche π2

3) il P.L. (cioè il piano laterale) chiamato anche π3.

I tre piani, come sappiamo, si intersecano tra loro secondo tre linee. Essendo i tre piani di proiezioni perpendicolari tra loro, lo sono anche le tre linee generate dalla loro intersezione.

I tre quadri di proiezione nell'assonometria.
I tre quadri di proiezione nell’assonometria. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

Studiando le proiezioni ortogonali, abbiamo detto che π1 e π2 si intersecano lungo una linea chiamata “linea di terra” (L.T). Mentre le due linee che separano il π3 dagli altri due piani le abbiamo chiamate t’ e t’’.

Quando si tratta di proiezioni assonometriche, invece, queste tre linee assumono nomi diversi. Assumono infatti il nome di “assi assonometrici”, e vengono chiamate rispettivamente: asse x (o asse delle larghezze), asse y (o asse delle profondità) e asse z (o asse delle altezze). L’asse x e l’asse y sono spesso (ma non in ogni caso) interscambiabili tra loro. Il loro punto d’incontro si chiama punto O (o punto d’origine). E’ su questi tre assi che riporteremo le misure degli oggetti rappresentati in assonometria. Ecco dunque spiegata l’origine del nome di questa tecnica di rappresentazione: proiezioni assonometriche.

I tre assi assonometrici (x, y z).
I tre assi assonometrici (x, y z). Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

Il quadro di rappresentazione (chiamato anche quadro o piano assonometrico) interseca i tre piani di proiezione. Questo piano coincide con il nostro foglio di lavoro, cioè con la nostra tavola da disegno. E’ cioè il piano su cui andremo a disegnare un qualsiasi oggetto in assonometria.

Il quadro assonometrico per le rappresentazioni in assonometria.
Il quadro assonometrico per le rappresentazioni in assonometria. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

LA DISPOSIZIONE DEL QUADRO DI RAPPRESENTAZIONE (QUADRO ASSONOMETRICO):

Il quadro di rappresentazione può avere due tipi di inclinazione rispetto ai piani di proiezione. Può infatti essere parallelo ad uno dei quadri proiezione (più spesso il P.V., ma può trattarsi anche del P.O.) oppure obliquo ad essi. Questa caratteristica siamo noi, come disegnatori, a sceglierla prima ancora di cominciare a disegnare. Dipenderà dal tipo di assonometria che vogliamo realizzare.

Disposizione del quadro assonometrico rispetto ai piani di proiezione.
Disposizione del quadro assonometrico rispetto ai piani di proiezione. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

L’oggetto nello spazio si rappresenta sul quadro assonometrico mandando dai suoi estremi dei raggi proiettanti paralleli tra loro. Questi raggi possono essere obliqui o perpendicolari al quadro assonometrico. Gli sono obliqui quando il quadro assonometrico è parallelo ad uno dei piani di proiezione. E gli sono perpendicolari quando il quadro assonometrico è obliquo rispetto ai piani di proiezione.

Assonometria obliqua e assonometria ortogonale.
Assonometria obliqua e assonometria ortogonale. Tratto da: “LINEE IMMAGINI”, di Franco Formisani. Loescher editore.

I DUE TIPI DI ASSONOMETRIA ESISTENTE:

In base all’inclinazione dei raggi rispetto al quadro, l’assonometria si divide in due grandi gruppi: assonometria obliqua e assonometria ortogonale.

Nelle lezioni della sezione “Assonometria” del blog (visibile tra le voci in testata) vedremo come realizzare tutti i tipi possibili di assonometria.

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